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Copiare agli esami universitari è reato: ecco cosa si rischia

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Copiare agli esami universitari commette reato di plagio letterario. Ecco qual è la pena cui va incontro lo studente.

Chiunque venga sorpreso a copiare durante un esame o un concorso pubblico commette il reato di plagio letterario. Lo stabilisce la legge, sancendo che chiunque copi in esami o concorsi, per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegnamento ed all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, può essere punito. La pena va dai 3 mesi ad 1 anno di reclusione.

Si aggiunge che che la pena della reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l’intento sia conseguito.

L’aspetto forse meno noto è che rischia come chi copia anche chi consente di far copiare il proprio elaborato. La stessa pena viene inoltre estesa anche a quel soggetto esterno che, ad esempio, tramite smarthphone, invia la soluzione del quesito o ad un eventuale commissario interno che “dà una mano” ai candidati. Se l’intento, poi, è quello di trarne lucro, la pena è aumentata da un terzo alla metà.

Nel 2016, ad esempio, una studentessa di Padova, dopo essere stata bocciata più volte all’esame di Procedura civile, ha tentato di superare l’esame attraverso degli auricolari a bottoncino. Le risposte, infatti, le sarebbero state suggerite da un suo collega, in cambio di 50 euro. La ragazza, che aveva rilevato ai colleghi il suo progetto, è stata però fermata da poliziotti in borghese le hanno sequestrato gli auricolari dell’imbroglio.

La didattica a distanza dell’ultimo anno, resa necessaria dall’emergenza epidemiologica tutt’ora in corso, ha costretto i professori universitari ad inventare stratagemmi fra i più fantasiosi per riuscire a smascherare lo studente che tenta di copiare: mettere lo studente dietro uno specchio o decidere di farlo bendare sono fra le nuove tecniche pensate dai docenti per accettarsi della validità dell’esame.